giovedì 1 gennaio 2009

E' Capodanno.
E' anche il mio trentottesimo compleanno.
Io odio il mio compleanno. Non si tratta del classico 'fa fico odiare il proprio compleanno', molto in voga presso una borghesia nichilista che mio malgrado conosco fin troppo bene, è piuttosto il frutto di una semplice equazione. Compiere gli anni uguale invecchiare. Qualunque sia l'età in questione, il tempo a disposizione diminuisce. Che cazzo ci sarà mai da festeggiare?
Per molti è un 'rito di passaggio' estremamente importante, ricco di riferimenti simbolici; a me sembra più un 'rito di avvicinamento' alla tomba. Inesorabile avvicinamento direi, soprattutto dopo una certa età. Detto questo, è bello passare l'ultimo dell'anno in compagnia degli amici più intimi, notare che il loro invecchiamento viaggia di pari passo col vostro e che se ne vanno ogni anno più presto, accusando stanchezza, acciacchi e difficoltà del caso. Se continua così, tra un po' non riusciremo neanche ad arrivare alla mezzanotte insieme.
E' Capodanno.
E' il mio maledettissimo compleanno.
Mi sento come il Palazzaccio.
Il Palazzo di Giustizia di Roma, detto il 'Palazzaccio', si porta dietro un'oscura leggenda. Si dice che l'architetto, una volta ultimata l'imponente costruzione, si sia accorto di alcune imperfezioni dovute a progetti sbagliati. Vinto dallo sdegno e dalla vergogna, è salito sul tetto dell'edificio e si è buttato di sotto, non prima di aver lanciato una maledizione secondo la quale il palazzo non sarebbe mai stato totalmente a posto (del resto cosa lo è in Italia). Per me si è tolto la vita dopo essersi reso conto della bruttezza di ciò che aveva costruito, fatto sta che così è stato. E' in perenne lavoro in corso.
Così mi sento io.
Sempre alle prese con qualche problema. Una piaghetta sul sedere, un'infezione a un dito, uno sfogo cutaneo. Mai completamente sano. In questo momento sono a letto, mentre il mio salotto è popolato di amici che ballano con tanto di dj. Io preservo il mio sedere ferito rintanato nelle mie stanze come un nobile in decadenza, gli amici giustamente ballano. Che sia anch'io vittima di una maledizione? Voglio continuare a pensare di no. Voglio pensare a qualcosa di bello. Voglio pensare al capodanno passato. Perchè ero più giovane di un anno. Perchè ero con l'unica persona che vorrei accanto in questo preciso istante. Buon anno.

p.s. la visione tragicomica del compleanno-capodanno va ben oltre la realtà dei fatti, ma io l'ho vista così.
probabilmente l'anno prossimo ricorderò quest'anno per gli stessi motivi.
la leggenda del palazzaccio potrei essermela inventata di sana pianta, è capodanno e si beve forte.

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