venerdì 9 aprile 2010

Et voilà! Arrivato a New York City. Il viaggio è stato tranquillo. La Delta offre il peggior pasto che mi è capitato di mangiare su un volo. Un pollo di marmo, accompagnato da un pugnetto di riso scotto all'ennesima potenza, dei cavoli bonsai, un parallelepipedo di ceddar cheese anch'esso marmoreo e un simil tiramisù cammuffato da tiramisù. In compenso lo schermetto interattivo montato su ogni sedile offre una vasta scelta di film, spettacoli tv e videogame che mi hanno distratto dal pensiero di essere a diecimila metri da terra. Solo il movimentatissimo atterraggio, causa forte vento, mi ha riportato alla mente pensieri di morte imminente. Devo spezzare una lancia a favore dell'assistenza aeroportuale italiana. Carini, preparati, efficenti. Una ragazza mi ha scarrozzato dal check in al gate del volo, accompagnandomi perfino a fare acquisti al duty free. Altre due mi hanno trasferito sulla sedia da aereo (finalmente munita di cuscinetto) e mi hanno posizionato sul sedile con grande professionalità. Al contrario della controparte americana. Atterrato al JFK di New York, sono arrivate due tipe che non avevano la forza di sollevarmi. Se non ci fosse stato Miky starei ancora seduto in aereo. Per non parlare dell'incapacità totale a posizionare le cinture della mini sedia a rotelle, anche qui l'aiuto di Miky è stato fondamentale. E non è tutto. Passati i super controlli di ammissione con tanto di foto segnaletica e impronte digitali (ne hanno dovuto fare a meno nel mio caso), abbiamo aspettato due ore che arrivassero i bagagli. Pensavo fosse l'Italia il paese più lento a riconsegnarli. All'uscita la macchina che avevo prenotato se n'era chiaramente andata. Ho chiamato la ditta che me l'ha prontamente rimandata (con aumento della tariffa). L'autista indiano ha sparato lo stereo a cannone con il meglio delle pop hits orientali e, sbattendo le mani sul volante a tempo di musica, si è lanciato sulla strada neanche fosse rincorso dalla polizia. Fortuna che il mio assistente Nilushe mi ha abituato al tipo di guida orientale, quindi il tragitto è stato anche divertente. Meno per Miky che è stato sul punto di vomitare per tutta la durata della corsa.

Il loft dove ho affittato una stanza è bellissimo. Al settimo piano con l'ascensore che si apre direttamente all'interno della casa. Ha un enorme salone con cucina annessa, tre stanze da letto e due bagni, parquet ovunque, divani a profusione e un 42'' Samsung invidiabile. Arredato con discreto gusto direi. Pieno di orchidee e soprattutto un blocco distante da dove abitavo nel '92.

Il primo impatto con la città è stato scioccante. Niente di ciò che conoscevo esiste più. Il caffè dove facevo colazione è diventato un ristorante, uno dei locali che frequentavo di più un negozio di vestiti. Il mio quartiere un tempo completamente spoglio, è pieno di negozi, ristorantini, bar e chi più ne ha più ne metta. Anche il lower east side, che era quasi infrequentabile, si è trasformato in zona commerciale. Da un lato è meglio: si può girare tranquilli senza stare in costante tensione che qualcuno ti derubi pistola in pugno. Dall'altro è andato perduto il fascino dark di questa città, manca il ''lato oscuro della forza''. Non c'è equilibrio. Ma è un discorso lungo.

Ho avuto il grande piacere di incontrare, dopo vent'anni, un grande amico con cui ho fatto il servizio militare. Vive e lavora qui da quindici anni. La cosa fantastica è che mi sembra di non averlo mai perso, dopo esserci raccontati a grandi linee quello che avevamo combinato è stato come se il tempo non fosse passato. Credo che questo succeda solo tra amici veri.

Stamattina sono andato al New Museum of Modern Art a vedere una mostra di una collezione di un filantropo greco, curata da Jeff Coons. Tra le tante cose orribili e sessualmente deviate, c'era un installazione umana. Una croce con un Gesù Cristo in carne ed ossa con tanto di corona di spine ''crocifisso'' con cinghie e maniglie a cui tremolante si aggrappava. Con vicino una scala per scendere di tanto in tanto a riprendere fiato. E' proprio il caso di dire: ''povero cristo''. Ma quando uno acquista un'opera del genere, si porta a casa anche l'essere umano? E chi lo nutre?

1 commento:

Luca ha detto...

nyc loves you!
http://www.youtube.com/watch?v=TIPnMB_KOsM