venerdì 9 marzo 2012

Sesso e disabilità

Oggi mi è capitato di leggere un articolo contenente la lettera di una madre, che raccontava cosa le è successo una delle numerose volte in cui ha portato suo figlio disabile in una casa di appuntamenti. Vi allego il link così vi fate un'idea e capite anche le ragioni di questo post: http://invisibili.corriere.it/2012/03/09/il-sesso-dei-disabili-e-labbraccio-di-una-madre/.

Vorrei iniziare con un messaggio forte e chiaro: I DISABILI FANNO SESSO.
Quasi tutti sono in grado di scopare, chi più chi meno attivamente, ma tutti provano piacere nel fare sesso e ne hanno lo stesso bisogno di una persona ''normale''. Spesso sono anche più bravi, soprattutto quelli che non avendo più la sensibilità fisica, provano piacere nel soddisfare il partner e vengono trasportati in orgasmi diversi, ma ugualmente soddisfacenti, proprio dal godimento di chi hanno vicino. Oltretutto sono meno distratti dalla ricerca del proprio piacere, e più sensibili e concentrati su pratiche alle quali l'abituale amatore dedica scarsa attenzione e superficiale applicazione.
Sono stanco di sentire storie legate a una moralità, a un'ignoranza e a un'educazione religiosa da santa inquisizione. Per quale motivo un disabile dovrebbe smettere di avere pulsioni sessuali? Nel mio caso sono uno degli ottimi motivi per andare avanti, per sentirsi parte integrante di questo mondo. E anche nel caso in cui si nasca con una condizione diversa, per quale motivo si dovrebbe negare o limitare una pulsione che fa parte della natura umana? Il disabile che sbava, ha spasticità nei movimenti e problemi cognitivi; ha anche il cazzo, ha erezioni e prova un immenso piacere quando viene. E non si tratta solo del piacere fisico, ma di quello di cui tutti abbiamo un gran bisogno: amore. Essere amati, avere di fronte qualcuno che prova il nostro stesso sentimento, che ci coinvolge in quel vorticoso benessere che è l'unico vero paradiso sulla terra, anche solo per un giorno, credo sia un diritto di tutti. Per quanto mi riguarda, ho capito che non esistono scopate occasionali. Ogni volta che vado a letto con una donna, lo faccio per amore, perché sono coinvolto emotivamente, perché provo un sentimento. E non importa se durerà una notte, un mese o una vita; e non importa neanche se si tratta di una nuova conoscenza, di un'amica o di una mestierante. Non esiste il sesso senza il trasporto emotivo, diventa uno squallido esercizio fisico. Lo lascio a chi lo accomuna a un pomeriggio passato in palestra.
Io sono dalla parte della mamma nell'articolo, sono per un risveglio delle coscienze, della sensibilità umana necessaria a capire il bisogno dell'altro. Sarebbe un grande passo avanti nella scala evolutiva della nostra specie, e sono ancora fiducioso che lo vedrò succedere.

4 commenti:

Tabata Potter ha detto...

sai lorenzo, tanti e tanti anni fa quando ero proprio all'inizio del mio lavoro mi è stato commissionato un pezzo sulla sessualità dei ragazzi colpiti da distrofia muscolare o con frattura della colonna dovuta a incidenti stradali o sportivi. Non ne sapevo nulla, ero ignorante e superficiale, poi però parlando con tanti di loro - erano così giovani e coraggiosi - ho capito che la cosa importante per tutti era proprio, esattamente come hai detto tu, avere la possibilità di continuare a sentirsi amati e a dare amore e che l'attività sessuale era solo il mezzo per ottenerlo. Così ho intitolato il mio articolo/inchiesta: "Non cammino ma ti amo". Volevo che si capisse esattamente quello che tu così bene hai fatto capire tu. Ancora una volta mi hai dato qualcosa e io mi sento sempre in debito con te (ma prima o poi salderò il mio conto con vino e sigarette e cioccolata).

Lorenzo Amurri ha detto...

ti ringrazio amica mia, sei sempre troppo buona. Il titolo dell'articolo è molto azzeccato, e il saldo del ''debito'' davvero allettante, quando?

Lorenzo Amurri ha detto...

ti ringrazio amica mia, sei sempre troppo buona. Il titolo dell'articolo è molto azzeccato, e il saldo del ''debito'' davvero allettante, quando?

Anonimo ha detto...

assolutamente d'accordo (ma ormai invano)
a.s.n.