lunedì 21 dicembre 2009

Buon Natale a tutti. Sono successe diverse cose in questo mese, inizierò in ordine cronologico.

Alla fine di Novembre mi contatta un mio amico artista. Mi chiede se mi va di aiutarlo a portare a termine un'installazione nell'ambito della manifestazione «Luci d'Ancona» ad Ancona appunto. Si tratta di far suonare un intero conservatorio dalle sue finestre che si affacciano su una piazza dove c'è l'antica fontana delle tredici cannelle, e di far suonare anche la fontana. Rimango un secondo in silenzio. Non ho capito niente, neanche lui in realtà, ma continuiamo la conversazione. Alla fine ci capiamo. Dobbiamo registrare la vita pulsante del conservatorio: le lezioni, le prove, l'orchestra insomma tutto quello che succede al suo interno normalmente. Una volta acquisito e ascoltato il materiale, selezionarne una parte per una composizione che suonerà attraverso le quindici finestre della facciata del palazzo del conservatorio che si affacciano in Piazza Roma, nel cuore del centro di Ancona. In più dobbiamo fare in modo che suoni anche la fontana: invece che acqua, dalle tredici cannelle deve uscire suono. Molto coinvolgente e interessante come progetto. Accetto l'incarico con grande entusiasmo e chiamo subito Marco, il mio socio nei lavori musicali, per curare tutta la parte tecnica. Mia madre e mio padre sono di Ancona e quindi gran parte del mio «parentado» risiede in città. Chiamo mia cugina Monica che è felice di ospitarmi a casa dei genitori. Mia zia Irma inizia subito a chiedere cosa voglio mangiare durante la mia permanenza. Vorrebbe che le scrivessi un menù pranzo cena per tutti i giorni che ho intenzone di fermarmi, che sono sempre troppo pochi. Partiamo di martedì e iniziamo le registrazioni la sera stessa. Ci sono le prove dell'orchestra del conservatorio. E' come entrare in un mondo nuovo, incontaminato. In tanti anni di musica non sono mai entrato in un conservatorio, non ho mai visto le prove di un'orchestra dal vivo. Sembra tutto molto semplice. I musicisti sono quasi tutti maestri e ogni ordine del direttore viene eseguito alla perfezione. E' veramente emozionante anche se ha molto a che fare con la matematica oltre che con la musica. La mattina dopo arriviamo presto. Dalla strada si sentono diversi strumenti risuonare nell'aria. Insieme a Paolo, l'artista responsabile dell'installazione, incontriamo Francesco che si occupa delle riprese video. Entriamo e ci mettiamo al lavoro. Montiamo tutto il setup di macchine e computer per registrare su un carrellino gentilmente offerto dal guardiano, e con asta e microfono iniziamo a introdurci nelle stanze dove sentiamo attività musicale. Mentre Francesco riprende tutto quello che può cercando di essere il meno invasivo possibile. Addirittura rubando immagini dai buchi delle serrature delle porte, neanche fosse Tinto Brass. La vita del conservatorio viene piacevolmente scossa dalla nostra bizzarra presenza e tutti si dimostrano più che disponibili alla nostra pacifica invasione. Incontriamo il preside dell'istituto che ci aiuta consigliandoci in quali aule andare e presentandoci ai vari maestri insegnanti. Col passare del tempo diventa una caccia alla musica o situazione più interessante. E' così che conosciamo Cettina, una pianista catanese di ventuno anni. Un mostro di bravura. Io personalmente vengo rapito dalle sue esecuzioni e la tengo d'occhio tutto il giorno. Nel pomeriggio la vedo entrare con una sua amica pianista orientale in una stanza con due pianoforti:«Suonate ancora?»
«Giochiamo un po'».
Giochiamo? Chiamo subito i ragazzi e gli ficchiamo il microfono dentro. Le due ragazze, stimolate anche dalla nostra presenza, si lanciano in una serie di duetti mozzafiato divertendosi come bambine. Ridono e, appunto, giocano. E' qui che sta il succo di tutto quello che è il conservatorio. Molti musicisti come me, lo hanno sempre visto come un luogo tetro, popolato da maestri super severi dove studiare musica diventa un supplizio degno di un luogo di tortura medievale. Chiaramente non è così, è un posto dove lo studio e l'applicazione sono molto importanti quanto lo è il gioco. E i maestri sono, molte volte, i primi a giocare. Continuiamo le registrazioni fino alle nove di sera, nel frattempo ci raggiunge mia cugina e insieme ce ne torniamo a casa. Dove zia Irma e zio Maurizio ci attendono con una tavola imbandita e fumante. Me ne vado a letto pieno come una botte e soddisfatto per la giornata positiva e piena di scoperte. L'unico problema è che nella stanza che ospita me e il mio assistente c'è una temperatura da cella frigorifera. Mi ficco completamente sotto due coperte di lana pesante e risbuco fuori come uno scoiattolo dalla tana solo la mattina. Il ritornello al conservatorio è sempre lo stesso: noi che giriamo di aula in aula con le nostre orecchie tecnologiche a rubare momenti musicali. Oggi è la volta dei cantanti lirici. Hanno voci cosi potenti che bisogna stare estremamente attenti ai volumi. Riusciamo a registrare anche dei percussionisti che si impegnano alla grande una volta capito il progetto. Alla fine della giornata mi rendo conto che sto vivendo in un mondo parallelo che, nel giro di due giorni, mi ha coinvolto nel suo moto vorticoso dove il suono è l'unico aspetto importante. Ora capisco l'introversione o la particolarità di molti musicisti classsici. Qui si è estranei al mondo reale. Le notizie, l'attualità, la politica non hanno alcun significato. Non ha importanza ciò che succede al di là delle note del pianoforte di Cettina o della marimba di Alessandro. Qui si vive di questo e nient'altro importa. Forse è questo il mondo veramente reale ed è finzione quello fuori del portone del conservatorio. Me ne torno a Roma contento per il materiale registrato e per l'esperienza vissuta. E ingrassato di un paio di chili grazie alla fantastica zia Irma. (Fine prima parte).

P.S. Ho omesso un piccolo particolare. L'ultimo giorno mentre giravamo per il conservatorio, Paolo ha deciso che era ora di giocare alle corse in carrozzina e ha accellerato all'improvviso senza avvertirmi. Risultato: la mano destra mi è finita tra i raggi della carrozzina in corsa e mi sono fratturato e lussato il mignolo. Ogni commento mi sembra superfluo.

Nessun commento: