Qualche giorno fa, dopo quasi cinque mesi passati a letto, mi hanno fatto sedere sulla carrozzina per quaranta minuti. Quanto durano quaranta minuti? Quante cose si possono fare in quaranta minuti?
Si può avere la pressione bassa e perdere il primo quarto d'ora a cercare di non svenire. Si può ascoltare il rumore del proprio sangue che scorre nelle orecchie, e sembra un rubinetto dell'acqua lasciato aperto. Si può cadere all'indietro e sbattere violentemente la nuca contro il muro, perché la tua sedia a rotelle ha l'assetto di quando pesavi dieci chili di più. Che tra dolore, contraccolpo al collo e panico generale (non il mio), ti fa perdere un altro quarto d'ora. Si può scendere al piano terra dell'ospedale, uscire fuori nel cortile e per cinque minuti sentire il calore rassicurante del sole: lasciarsi accarezzare dai suoi raggi, respirare ossigeno, cambiare prospettiva e sentirsi ancora vivi. Si può comprendere con lucidità, forse per l'estrema fatica fisica che si prova a stare seduti, la gravità di quello che è successo in questi mesi. Si può ripensare al grande affetto ricevuto. Un affetto mai scontato, senza il quale non sarei riuscito a superare la tempesta che mi ha investito. E si può sperare di lasciare il prima possibile l'ospedale, e magari ritrovare un pezzo di quell'affetto.
MEGLIO NON CHIEDERE
1 mese fa