Bea mi ha fatto una torta. In realtà me ne ha fatte già altre due per il mio onomastico. Non si è capito se di proposito o per pura fortuna. Lei sostiene di averle fatte proprio perché sapeva della ricorrenza. Fatto sta che mi ha fatto tre torte e io non l’ho quasi mai nominata nel blog. Ieri verso le dieci e mezza sono tornato dall’Ushuaja, il locale-stabilimento dell’afterhour di cui vi ho già parlato. Non mi sentivo molto bene, ho una fastidiosissima tosse dovuta all’uso sconsiderato che tutti fanno dell’aria condizionata. Si passa da 35 gradi a 5 anche dal benzinaio. Prima o poi paghi. Arrivo a casa e mi trovo davanti Bea con una meravigliosa torta in mano:«Questa l’ho fatta per te. Ora mi nomini nel tuo blog?»
«Certo che ti nomino».
Avevo già in mente di scrivere su di lei, ma è molto divertente stuzzicarla. Come potrei non parlare di questa bravissima orefice cileno-napoletana (ho comprato alcune sue creazioni molto belle), molto simpatica e piena di energia, che per farla stare ferma bisogna legarla. Trapiantata a Napoli dove viveva col fidanzato Massimiliano, grande persona anche lui nonostante le nostre idee politiche siano opposte. Insieme si sono trasferiti a Ibiza per fuggire da Napoli (e come dargli torto). Fa molto ridere quando, nei discorsi più intensi, le scappano parole in dialetto. Immaginate un italiano con accento ispanico, inframezzato da strafalcioni napoletani. Insomma Bea, grazie per le buonissime torte (tranne una), ma grazie soprattutto del pensiero. E’ sempre molto bello incontrare persone con cui ci si trova subito bene, specialmente quando si vive sotto lo stesso tetto. Mi riferisco a entrambi.
MEGLIO NON CHIEDERE
4 settimane fa
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