Sono appena stato a vedere un meraviglioso concerto di Marcus Miller al jazz festival di Fano. Ha suonato gran parte dell’album di Miles Davis ‘Tutu’, dove peraltro lo stesso Miller era presente col suo fantastico basso. Location suggestiva: il palco montato sul molo di attracco dello yacht club con tanto di tramonto alle spalle; un mega yacht tutto illuminato attraccato accanto al palco, mi ha fatto invidiare il proprietario. Due ore di concerto che sono sembrati cinque minuti tanto è stato coinvolgente. E’ bello vedere musicisti così bravi e famosi, divertirsi e far divertire un pubblico di appassionati. Molto spesso si assiste al compitino sufficiente per l’occasione. Questa volta, se me lo avessero chiesto, avrei ripagato il biglietto all’uscita. Per fortuna non me l’hanno chiesto.
I primi dieci giorni di vacanza sono volati. Numana è sempre uguale, nonostante non sia più piena di giovani come una volta. Ho ritrovato le colonne portanti delle mie vacanze adolescenziali: la gelateria Morelli, dove non riesco mai a pagare il gelato. Conosco la famiglia da 35 anni. Da piccolo giocavo con Michele, uno dei figli. Quando arrivavo da Roma, anche da più grande, era il primo posto dove mi fermavo. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Memorabili le reazioni delle cameriere:
«C’è un tipo in pareo pieno di tatuaggi che bussa, chiamiamo la polizia?».
E poi c’è Adele la cuoca. Aveva una rosticceria casalinga. Mi ha tirato su a suon di gnocchi, tagliatelle e lasagne. Senza di lei sarei morto di fame. Anche ora che ha ottant’anni e ha chiuso l’esercizio, per me fa uno sforzo e sforna qualche manicaretto:«Ninì li fago solo per te (piccolo li faccio solo per te)».
Immancabili le cene dagli zii. Sono rimbalzato da uno zio a un altro come un pallone da pallacanestro. In effetti sto prendendo proprio la sua forma.
Da zia Irma e zio Maurizio (i miei preferiti, non me ne vogliano gli altri) doppia cena a base di pomodorini al gratin: centoventi la prima, ottanta la seconda (perché non c’era mio cugino). Spazzati via con grande naturalezza, facendo finta di lasciare che tutti ne mangiassero quanti ne volevano. In realtà era in corso una battaglia all’ultimo pomodorino. Con discorsi post cena molto divertenti. Sia mio zio che mia zia usano tranquillanti per andare a dormire. Una volta assunti i farmaci cadono in catalessi. Durante la notte potresti tranquillamente cambiare l’assetto della casa. Buttare giù muri a picconate, alzare tramezzi, sfondare pavimenti senza il minimo pericolo di svegliarli. Una notte zio Maurizio ha fatto più tardi del previsto. Ha aperto la porta della stanza e ha trovato zia Irma supina, bianca come un lenzuolo appena lavato, a bocca aperta con le mani conserte sul petto e il libro delle preghiere appoggiato sulla pancia. Per di più gli sembrava non respirasse:
«Oh madonna è morta Irma!».
Si è avvicinato e per fortuna respirava ancora. Preso da un impeto nervoso l’ha svegliata:
«Oh Irma, non puoi dormì int’un fianco?? M’hai fatto prende un colpo‼».
Da zio Massimo e zia Ester cena a base di pesce confezionata da lui, con il fondamentale aiuto di lei:
«Si mette ai fornelli e inizia a dare ordini: tagliami l’aglio, sminuzza il prezzemolo, affetta la cipolla».
Ha bisogno dell’aiuto cuoco che dopo quarant’anni di matrimonio ancora lo prende in giro sul fatto che non ricorda i nomi degli ingredienti:
«Mi passi quello...quello...quellooo...come si chiama?».
Dopo cena infilano un dvd con i vecchi filmini di famiglia. Due ore di vacanze al mare e in montagna. Al settimo cambio Madonna di Campiglio-Numana, la testa ha iniziato a vacillarmi bruscamente. Zio Massimo se n’è accorto:
«T’è costata cara sta cena eh?».
Genio.
Quello che mi diverte di più è andare alla ‘Spiaggiola’ di Numana. Spiaggia che la mia famiglia frequenta da 50 anni. I discorsi spaziano da gossip su i protagonisti dei settimanali ‘Chi’ o ‘Novella 2000’ o ‘Vanity Fair’, a chi ha la precedenza all’accesso al pulmino del comune che ti riporta a casa, a tragicommedie su nipoti incinta o su qualsiasi cosa si possa ansiosamente ricamare sopra. Cito alcuni esempi. Conversazione a tre tra cugine:
«Hai letto che il calciatore Cristiano Ronaldo ha pagato 12 milioni di dollari per farsi dare il bambino dalla donna che aveva messo incinta?»
«Io ho letto 15 milioni»
«Praticamente gliel’ha venduto»
«Ma no, ha preso l’affidamento»
«Secondo me ha affittato l’utero»
«Vedrai se quella tra un po’ non torna a battere cassa»
«Tanto finisce sempre così»
«E lui come farà a crescerlo, che sta sempre a giocare a calcio»
«Mah, che gente».
Conversazione tra zie su nuora incinta:
«Sta ragazza c’ha tanti dolori»
«Adesso deve fare l’ecografia»
«Si ma sti dolori sono strani, starà bene sto fiolo»
«Mamma mia qui ogni giorno ce ne una»
«Ne verremo fuori?»
«E poi non gli cresce la pancia»
«Non è normale»
«Che macello, vacci a capì qualcosa».
Mio zio Maurizio vota, ahimè, PDL. Mi diverte stuzzicarlo. Finita la cena gli ho dato appuntamento al mare la mattina dopo, chiedendogli di comprarmi ‘Il Fatto’ quotidiano. Sono arrivato in spiaggia dove mia cugina Monica mi ha detto:
«Si è tappato il naso e ti ha comprato il giornale puntualizzando che non era per lui. Si è raccomandato con me di non leggerlo».
Alla fine non l’ho letto neanch’io. Qualcuno l’ha fatto sparire. Il parentado congiura...
MEGLIO NON CHIEDERE
4 settimane fa
Nessun commento:
Posta un commento