Stamattina, nonostante avessi fatto tardi, ho aperto gli occhi alle otto. Il mio stomaco tremava violentemente come attraversato da una corrente elettrica. A ogni respiro profondo corrispondeva un terremoto interno al quale non riuscivo a dare spiegazione. L'unico interessato e divertito dallo strano nuovo evento era Kafka, il mio gatto, che dopo giorni di calcolato distacco, si era concesso una notte di affetto disinteressato. Scrutava con attenzione la mia pancia accovacciato nella classica posizione pre agguato, e si lanciava di scatto con le zampe tese in avanti appena compariva il curioso tremolio. Io ero meno divertito di lui, ma anche in un certo senso affascinato dagli improvvisi mutamenti del mio corpo; dal tempo che scorre e porta con se cambiamenti non sempre piacevoli, ma di sicuro - in qualche modo - significativi. Dopo alcuni tentativi - sono arrivato a sferrare pugni come volessi mettere al tappeto l'oscuro responsabile nascosto sotto la mia pelle - sono riuscito a calmare lo spasmo. Ora è il momento di capire il motivo scatenante, che è sempre difficile da individuare. Come una caccia al tesoro che non prevede, però, il ritrovamento di oro e preziosi.
1 commento:
Bellissimo tornare a rileggerti anche qui Lorenzo, non ci speravo quasi più. Nonostante la tua lunga latitanza sono passata quasi ogni giorno da questo blog, perché sì, il tuo libro che ho letto, sì, quello che sta per uscire, sì, i tuoi post su Facebook, ma tutto quello che pubblichi non sazia mai la mia voglia di leggerti. Gli anni che ci separano non sono poi così tanti da poterti paragonare a un figlio mio, ma è un po' così che ti ho sempre pensato. Bentornato!
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